PR Manager: fornire ai professionisti della comunicazione gli strumenti e le conoscenze necessarie per prevenire crisi reputazionali e massimizzare l’efficacia delle loro comunicazioni.

Come? Accompagnandoli attraverso il metodo fattore +2% di Francesca Anzalone, esperta di comunicazione e cultura digitale che pone maggiore attenzione sulla tutela e l’analisi dei rischi (per il 52%) al fine di massimizzare l’efficacia del messaggio e prevenire crisi reputazionali. Se fino a qualche anno fa la comunicazione online era fatta di 50% di promozione e valorizzazione e del restante 50% di tutela, oggi la parte preponderante deve essere dedicata alla protezione. I rischi sono aumentati esponenzialmente e ogni contenuto condiviso nel web è potenzialmente critico, se non viene eseguita un’analisi di verifica. Lo vediamo quotidianamente, nei washing, nei backlash, nelle crisi che rischiano di avere un impatto economico importante. E se in una fotografia sfuggisse un dettaglio che porta lo Sponsor che ha investito milioni a decidere di interrompere la collaborazione? E se una campagna realizzata con i migliori professionisti e importanti testimonial dovesse venire ritirata dal mercato perché offensiva? E se il testimonial di una campagna ne uscisse con una perdita di credibilità?

La creazione di contenuti, la creatività, e la costruzione della migliore strategia di comunicazione hanno bisogno di un nuovo passaggio obbligato: la revisione secondo nuove linee guida. Parliamo di sensibilità culturale, di esposizione pubblica mediatica e di potere dei social media,k capaci di amplificare in pochi secondi una crisi reputazionale.

Costruire una comunicazione a valore aggiunto è diventata una necessità

L’errore più frequente? La fretta di uscire con una campagna di comunicazione, con contenuti sui social, con il desiderio di dimostrare “di essere in grado di fare numeri”. Parliamo di tattica vs strategia e dunque di rischi! Le tattiche senza una strategia rischiano di essere backlash, washing e di generare crisi reputazionali per brand e personaggi. Possono essere efficaci nel breve (se non arrivano ad un target differente), ma nel medio e lungo termine, mancando di obiettivi specifici e di una visione d’insieme generano incoerenza, messaggi segmentati, contraddittori e di disorientare il pubblico. Senza una visione a lungo termine si rischia di ottenere risultati temporanei e di perdere di vista gli obiettivi principali. La gratificazione istantanea rischia di distrarre da ciò che vogliamo raggiungere. E ricordiamo anche che la tattica non è sostenibile: nel tempo ci porta uno spreco economico e di energie che non può essere recuperato. Come ritorniamo dall’investimento? E come riusciamo ad adattarla al cambiamento del mercato? La visione strategica porta con sé cambiamento. La tattica rischia di farci cogliere impreparati nel contesto competitivo. Online il cambiamento è rapidissimo! – Francesca Anzalone

Perché è sempre consigliato scegliere e seguire una strategia di comunicazione senza interrompere?

La fretta, il tutto e subito, la gratificazione istantanea sono i peggiori consiglieri. Usciamo con una campagna per il desiderio di “farci notare dal mercato”, “essere i numeri uno”, “fare numeri” e poi? E poi rischiamo di tralasciare quel dettaglio che genera “l’effetto boomerang”, ci si ritorce contro. E tutte quelle opportunità che si stavano aprendo sul mercato svaniscono.

Revisione costante, analisi dei rischi, valutazione delle vulnerabilità e messa in sicurezza del progetto, brand, personaggio, corporate che stiamo promuovendo sono gli aspetti chiave sui quali puntare oggi come servizi, formazione, consulenze e prodotti.

Dunque, la tattica è importante, è lo strumento per raggiungere la destinazione ma se e solo se ha dietro di sé una strategia di comunicazione a valore aggiunto: fatta di tutela (per il 52%) e promozione che guida tutte le azioni.

Quanto deve durare? Una strategia è di per sé a medio-lungo termine: dunque partiamo da un minimo di due anni, meglio se strutturata tra i 3 e i 5 anni. Naturalmente con check relativi alle azioni. E dunque attenzione a mantenere sostenibile, e sempre in equilibrio il messaggio attraverso dichiarazioni, contenuti di lancio, proposte. Come converto? Sono credibile? Il mio messaggio è coerente? E attraverso quali canali riesco a raggiungere al meglio tutto questo? Dove performo di più? Ma soprattutto ho preso in considerazione l’intera filiera e tutti processi prima di avviare tutte le azioni? Ho simulato i potenziali rischi? Pensiamo al business, a come tutte le nostre tattiche vanno ad impattare nell’offline, nell’asset economico-finanziario, nell’immagine e nella sostenibilità della cosa. E domandiamoci: qualcuno potrebbe sollevare dubbi, critiche, problemi?

La strategia prende in considerazione l’intera filiera e tutte le sue diramazioni online e offline

C’è un punto chiave in tutte le crisi: sottovalutare l’impatto sui processi, i flussi e le attività a 360°. E attenzione, questo non significa per forza di cose un evento negativo, potrebbe anche essere un evento talmente positivo da non riuscire poi a soddisfare le aspettative.

La domanda da porsi sempre è: siamo effettivamente preparati per ….? rispondere al numero di ordini in caso di un aumento del 10%, del 20%, del 50%? gestire le critiche che aumentano esponenzialmente in proporzione alla crescita? utilizzare le parole migliori nelle dichiarazioni pubbliche senza scivolare in risposte controproducenti utilizzando termini o concetti “critici”? Essere preparati significa avere costruito una strategia di comunicazione solida basata su un piano di crisi consapevole di tutte le vulnerabilità. Se manca questo, siamo già potenzialmente in crisi!


Quali professionisti vogliamo supportare?

Oggi la comunicazione per essere efficace ha bisogno di figure professionali specializzate, per questo vogliamo coinvolgere differenti competenze con il duplice obiettivo: da una parte essere un supporto e un punto di riferimento per l’upskilling delle competenze; dall’altro costruire un network a valore aggiunto non solo per le competenze specializzate ma anche per ciascun settore specifico.

PR, giornalisti, content creato, copywriter, social media manager, influencer, event planner, graphic designer, web designer, Seo specialist, agenzie di comunicazione integrata, agenzie di pr, agenzie di marketing digitale, studi di design, case di produzione audiovisiva, agenzie di eventi, digital strategist, media buyer, pubblicitari, speaker.

Come li vogliamo supportare?

Sicuramente attraverso un accompagnamento con contenuti educativi e di Upskilling di qualità per diventare un punto di riferimento editoriale.

Nei prossimi mesi anche attraverso una serie di consulenze, formazione continua e prodotti iperspecializzati. Per saperne di più: info@netlifesrl.com